Lo avevamo preannunciato e lo confermiamo, il Sistema di valutazione così come pensato non può funzionare: l’incubo è diventato realtà!
Continueremo a contestare questo modello fino a quando non saranno introdotti dei correttivi nel metodo e nel merito che lo rendano efficace e non dannoso per i lavoratori e le lavoratrici.
Non sono poche, infatti, le proteste ricevute dai dipendenti, giovani e meno giovani in termini di anzianità di servizio, che hanno rilevato una disparità di giudizio irragionevole, spesso contraddittoria. Ci riferiamo in particolare ai colleghi assunti nel 2023, sembra infatti che il suggerimento arrivato dai livelli centrali, di attribuire un 5 politico a tutti, sia stato disatteso da qualche Direttore regionale creando, come ovvio immaginare, una situazione paradossale, una inaccettabile disparità di trattamento tra gli stessi neoassunti che si chiedono come mai si siano usati due pesi e due misure ma soprattutto perché sia stato appiattito il merito con una votazione unica.
I colleghi e le colleghe si sono trovati una valutazione espressa sulla base della collocazione geografica, altro che merito!
A questo punto ci si chiede quali criteri siano stati adottati dai Direttori Regionali nel valutare un dipendente mai conosciuto e quale sia il senso di una conciliazione se il dipendente è comunque costretto a rivolgersi allo stesso valutatore per contestarne il giudizio e non ad una figura terza che nel caso specifico dovrebbe essere proprio il Direttore Regionale.
È proprio vero che la strada verso l’inferno è lastricata di buone intenzioni!