Il 6 maggio u.s. abbiamo richiesto ai vertici dell’Istituto un incontro urgente in merito al messaggio Hermes n. 1821 del 5 maggio u.s. relativo alle disposizioni impartite per l’accertamento in materia di invalidità civile.
In attesa di essere convocati, desideriamo rimarcare delle criticità su alcuni punti che riteniamo di assoluta importanza:
1) il lavoratore considerato “fragile” dal medico competente, previa valutazione di documentazioni sanitarie probanti, non lo è più dopo la vaccinazione? La decisione del rientro in servizio del dipendente può essere adottata senza che ci sia l’espressione del parere da parte del medico del lavoro che per primo ne ha certificato la fragilità?
2) È sufficiente la vaccinazione per poter asserire con assoluta certezza che non sussiste più il rischio di malattia da esposizione al Covid-19? Recenti episodi in INPS di positività al virus manifestatasi tra medici vaccinati, sta a dimostrare il contrario. Anche la letteratura scientifica è concorde nell’asserire che i soggetti vaccinati, seppur con rischio ridotto, possono andare incontro a infezione da SARS-CoV-2 poiché nessun vaccino è efficace al 100% e la risposta immunitaria alla vaccinazione può variare da soggetto a soggetto in base alle caratteristiche individuali e/o a condizioni cliniche concomitanti (es. immunodeficienza, specifiche co-morbosità).
3) È sufficiente la vaccinazione per poter asserire con assoluta certezza che non sussiste più il rischio di malattia da esposizione al Covid-19? Non è assolutamente possibile al momento asserire quale sia la durata della protezione da vaccino, tant’è che si inizia a considerare l’eventualità di richiami semestrali per il personale sanitario.
4) È sufficiente la vaccinazione per poter asserire con assoluta certezza che non sussiste più il rischio di malattia da esposizione al Covid-19 in considerazione delle molteplici “varianti” del virus che si stanno diffondendo sul territorio e di cui non si conosce la protezione da parte dei vaccini attualmente somministrati?
5) L’Amministrazione ha accuratamente constatato la sicurezza negli ambienti di lavoro dei CML (areazione sufficiente, distanziamento possibile tra i colleghi, dimensioni dei locali etc.)? È stato attuato un piano di controllo da parte degli organi preposti alla sicurezza sul lavoro? Se tale analitica verifica fosse stata effettuata sarebbe opportuno fosse condivisa.
6) Siamo assolutamente sicuri che i CML non rappresentino un potenziale ambiente di rischio non solo per il personale INPS ma anche per i “cittadini fragili” convocati a visita?
Tutte le riflessioni espresse valgono non solo per i “pazienti fragili” maggiormente esposti, ma sono da estendere a tutto il personale infermieristico e amministrativo coinvolto nel piano, di cui molti ancora non vaccinati.
Inoltre, non ci è chiaro se lo straordinario previsto per il personale coinvolto e l’attività lavorativa svolta il sabato siano a discrezione del lavoratore oppure se imposti d’ufficio.
Troppe domande restano ancora senza risposta e tanti sono i problemi irrisolti.
Il Coordinatore Medici UILPA-INPS
Gian Paolo Cioccia
Il Coordinatore Generale UILPA-INPS
Sergio Cervo