Domani, i festeggiamenti del primo maggio saranno, ancora una volta, in tono dimesso e distanziato per le regole di distanziamento sociale imposte dalla pandemia che vince contro la lentezza delle vaccinazioni.
Se lo scorso anno la pandemia ci aveva portato alla consapevolezza che, molto più spesso di quanto non si pensi, al lavoro si corrano dei rischi, quest’anno il bisogno di lavoro nel Paese e della necessità delle fasce deboli della popolazione di un supporto da parte dell’Istituto ci hanno pesantemente provato, tutti.
A prescindere dai rischi corsi, dalla disponibilità di DPI, dai colori che hanno tratteggiato il nostro Paese, l’Istituto ed i suoi lavoratori ci sono stati. In Istituto la pandemia ha spinto l’acceleratore sull’innovazione e sulle tecnologie in uso, ha aumentato il senso di responsabilità dei lavoratori e portato a risparmi di gestione enormi grazie allo spirito di abnegazione dei lavoratori che facendo la loro parte e dovranno ricevere riscontro economico nel CCNI.
La speranza di vedere finalmente la luce in fondo al tunnel della pandemia deve portarci, oggi sì, con consapevolezza e caparbietà, a tornare a chiedere con tenacia un lavoro in sicurezza, rispettoso dell’ambiente e della salute dei lavoratori come fecero nel 1855 gli operai australiani: “Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire”.
I dati INAIL relativi agli infortuni sul lavoro hanno mostrato come nel 2020 la curva degli incidenti abbia solo cambiato causa, non i numeri, anzi, i morti per lavoro sono aumentati rispetto al 2019. Ed anche il 2021 non sembra mostrare pietà.
Solo ieri un operaio è stato travolto da una trave ad Alessandria perdendo la vita ed altri cinque suoi colleghi sono stati gravemente feriti. Oggi è stato riscontrato che una comunità di lavoratori indiani per lo più in nero vada nei campi a lavorare la terra nonostante una grossa percentuale sia contagiata dal COVID costringendo interi quartieri nella provincia di Latina ad un’improvvisata zona rossa. La “sicurezza al lavoro” è necessaria anche ora che sembra prevalere il bisogno di un lavoro ad ogni costo.
Ci auguriamo che la produttività ed il lavoro a qualsiasi costo cedano il postto all’etica del lavoro in sicurezza. Buon primo maggio.
IL COORDINATORE GENERALE UILPA-INPS
Sergio Cervo
Struttura di coordinamento tutela salute,
sicurezza, ambiente
Claudio Checcherini