Una delle figure che vanno per la maggiore nei talk show televisivi è quella dell’intellettuale di sinistra che piace a destra, citando in continuazione Marx e Gramsci per dare addosso all’attuale sinistra fucsia, politicamente corretta ma eticamente corrotta.

Stupisce che alla categoria voglia iscriversi anche un giornalista preparato come Federico Rampini.

Nel corso di una trasmissione televisiva cui partecipava, ad un certo punto è stato infatti mandato in onda un servizio (che nulla aveva a che fare con la parte precedente della trasmissione) in cui veniva intervistato un gelataio che lamentava di non aveva ricevuto un euro di cassa integrazione, nonostante le ripetute promesse del presidente Tridico.

Anziché chiedere il nominativo dell’interessato per approfondire il caso, come giustamente fatto dall’onorevole Serracchiani (il datore di lavoro del gelataio avrebbe potuto essere iscritto ad un fondo artigiani; il professionista che aveva inoltrato la sua domanda ha dichiarato di averlo fatto solo a fine giugno per cui non si può sostenere banalmente che “non riceveva i soldi da marzo”), il giornalista si è lanciato in una invettiva contro i vertici delle diverse amministrazioni e contro i dipendenti pubblici. Questi sarebbero fannulloni divenuti ancora più improduttivi durante lo smart working, affermando inoltre che smart working significa “lavoro intelligente e non lavoro agile” quasi alludendo che il lavoro nella PA non richiede certo di essere intelligenti.

A Rampini vogliamo ricordare che Marc Twain soleva ripetere che “fare il giornalista è faticoso, ma è sempre meglio di lavorare” avendo la retribuzione garantita. E se non si fondano le accuse sui dati effettivi, forse, fare il giornalista non sarebbe neanche faticoso. Per cui vorremmo rimandare al mittente le accuse, improduttivo sarà lei Rampini!

Per l’accusa di scarsa produttività dell’INPS, ieri sono stati comunicati alla stampa sia il numero delle prestazioni erogate sia il loro onere finanziario. Trattandosi di numeri imponenti, si può dire che forse non si è riusciti a far tutto, ma non certo che si sia abbassata la produttività dei lavoratori grazie allo smart working. 

A noi risulta che la produttività dei dipendenti INPS sia, invece, aumentata e per questo riteniamo si debba avviare quanto prima una riflessione dell’amministrazione con le organizzazioni sindacali affinché la pandemia sia trasformata in una opportunità per riorganizzare efficacemente l’erogazione dei servizi all’utenza nel rispetto della salute di tutti, lavoratori ed utenti.

IL COORDINATORE GENERALE

UILPA-INPS

Sergio Cervo