Anche luglio è sfumato, a prescindere dagli sforzi fatti sia dai singoli componenti della parte datoriale sia dalle parti sindacali che mai si sono sottratte al confronto ed anzi hanno pungolato i vertici dell’amministrazione per averlo.
I passaggi di profilo, oggetto della riunione odierna tra delegazione trattante e organizzazioni sindacali, arrancano lentamente mentre da anni c’è una fame atavica di professionalità scarse in Istituto. Le informazioni presentate al tavolo di contrattazione sembrerebbero mostrare la mancata applicazione degli accordi contrattuali del 2017 e dell’aprile scorso. Nel dettaglio, continuano a non essere chiare le motivazioni di alcuni mancati accoglimenti così come non sono noti i requisiti formativi ed esperenziali verificati dalla commissione né i posti disponibili di tutti i territori. Saranno fornite le ulteriori informazioni richieste ad un prossimo incontro.
Per i passaggi verticali, consentiti fin dalla legge Madia, continuano ad esservi degli impedimenti. Si è però confermato che il prossimo 3 agosto verrà pubblicato il bando per i posti disponibili al 2019 (277 posti per i passaggi dall’area B all’area C e 16 posti per il passaggio dall’area A all’area B) in attesa che vengano dipanati i dubbi della Ragioneria Generale dello Stato ed autorizzati gli altri passaggi secondo il nuovo piano dei fabbisogni.
Il riconoscimento dell’accesso di tutti i dipendenti alle prestazioni del fondo creditizio, il cosiddetto 0,35% non riesce ad emergere dalle nebbie.
Il lavoro agile post-emergenza da COVID-19 si muoverà, per voce della delegazione trattante, a “piccoli passi” mentre il nostro Istituto ha bisogno di correre a passi lunghissimi, non fosse altro che per superare le buie stagioni degli ultimi anni. Il periodo emergenziale ancora in corso vede atteggiamenti scomposti che altalenano tra riaperture in presenza e misure restrittive incomprensibili nell’ottica della tutela del personale dal contagio da COVID-19 come quelle imposte dal famigerato messaggio Hermes 2959/2020. In questo ambito, infatti, i colleghi chiamati ad operazioni indifferibili ed allo sportello aperto al pubblico, dovrebbero restare in ufficio il minor tempo possibile completando il lavoro dal proprio domicilio. Certamente la revisione delle attività con una ripartizione puntuale e precisa delle operazioni indifferibili e quelle delocalizzabili potrebbe essere di grande ausilio viste le evidenze in termini di produttività emerse anche nella relazione del Direttore Generale sulle integrazioni salariali pro-COVID. Il periodo emergenziale ha mostrato i molti lati positivi del lavoro agile ed alcuni aspetti che necessitano di urgente organizzazione e contrattazione. Perché continuare ad attendere nel regolamentare una modalità di lavoro che, per una parte di lavoratori, potrebbe essere il futuro?
Il protocollo anti-COVID che non siglammo a giugno sta, ancora oggi, mostrando i suoi limiti, permettendo azioni scriteriate anche nelle regioni ancora colpite dai contagi, segno che ben facemmo a non accettare i vincoli di alcuni punti. Continuiamo a chiedere l’adozione generalizzata di un sistema di gestione della salute e della sicurezza secondo il dettato del D.L.81/08 che dia tutti gli uffici dell’Istituto ed a tutti i dipendenti pari condizioni di tutela della propria salute.
Che dire dell’applicazione del regime della tassazione separata sugli emolumenti a carico del fondo di ente erogati negli anni successivi? A quando l’applicazione della nuova circolare dell’Agenzia delle Entrate?
La reinternalizzazione del corpo ispettivo è un altro tema che ci sta molto a cuore così come quello delle assegnazioni temporanee.
Come nel primo atto della commedia shakespeariana, sembra che l’Amministrazione, novella artigiana Bottom, si sia svegliata con la testa d’asino ma qualcosa lascia intravvedere il lieto fine nel secondo atto.
Rimaniamo in attesa del secondo atto preannunciando che lo stato di agitazione del personale indetto a giugno scorso si riempirà di azioni puntuali che saranno intraprese a settembre qualora non vi sia un deciso cambio di rotta.
Il sindacato, la UIL c’è! Anche ad agosto, per tutte le azioni a favore del personale: attendere non è più un’opzione.