Nei giorni scorsi abbiamo ampiamente rendicontato a proposito dei rilievi effettuati dai ministeri vigilanti a proposito del CCNI 2018 che aveva costituito equo riconoscimento delle molteplici attività svolte in Istituto nell’inseguimento delle recenti innovazioni normative in materia di pensioni e sostegno alla povertà.
L’Istituto che in passato era mito e riferimento per l’innovazione nell’ambito del parastato, mito e riferimento per l’informatica pubblica, si trova oggi imbrigliato da logiche “ministeriali” non correlate alla quantità di lavoro richiesto e gestito per fronteggiare le iniziative politiche in materia di pensioni e sostegno al reddito.
Nel rivendicare che l’autonomia della contrattazione integrativa di Ente abbia la stessa autonomia gestionale richiesta all’Ente nell’erogazione dei servizi, ricordiamo come il ruolo dell’Istituto nel fornire assistenza alla parte debole del nostro Paese sia una sfida dalla quale i dipendenti non si sono mai sottratti anche quando hanno ricevuto vere e proprie aggressioni.
Sembrerebbe che l’Amministrazione stia concordando con i ministeri vigilanti delle modifiche al CCNI confidando di agire senza le organizzazioni sindacali.
Non si pensi neppure per un istante di stabilire alcun accordo con i Ministeri interessati a prescindere dal confronto con le parti sociali perché fino a prova contraria, i CCNI si firmano in due: datore di lavoro e lavoratori.
In questa occasione, come in tutte le altre, la UILPA INPS non è disponibile a chiudere accordi sacrificando l’interesse dei lavoratori.
Lo stato di agitazione, si sappia, così come sul mansionismo, è già stato dichiarato.
Il Coordinatore Generale
UILPA INPS
(Sergio Cervo)