La scorsa settimana, nell'ambito dell'audizione presso la Commissione attività produttive della Regione Lombardia, l'Amministrazione ha presentato il piano con cui intende affrontare la chiusura della sede di via Pola a Milano, trasmettendo poi un'informativa - solo al livello nazionale.

Tuttavia, ci risulta che anche in altri territori, del Centro e del Sud, siano in corso progetti che "rimodulano" la presenza dell'Istituto sul territorio, prevedendo ulteriori possibili chiusure, nella logica dei risparmi sui costi degli affitti dei locali.

Naturalmente, non saremo noi ad opporci a una gestione più oculata delle risorse dell'Istituto, ma non vorremmo che ci si limiti alla sola chiusura di sedi e agenzie, basando la propria azione solo sulla riduzione dei costi dei fitti passivi, con ricadute negative sulle condizioni di lavoro dei dipendenti nonché sui servizi alla cittadinanza.

Considerando le possibili implicazioni che tutto ciò ha sull'intera organizzazione dell'Istituto, riteniamo che la questione non possa essere più circoscritta ai singoli ambiti territoriali assumendo, invece, rilievo nazionale e richiami, in particolare, il rapporto fra Inps e territorio.

Per questo, nell’ottica di corrette relazioni sindacali – sia a livello territoriale che nazionale – chiediamo l’integrazione dell’ordine del giorno del prossimo 3 maggio sul modello di articolazione delle strutture territoriali e sul nuovo modello di servizio, a noi ancora sconosciuto, su cui crediamo che l'Amministrazione non possa più tacere, alla luce di quanto accade sul territorio e del messaggio n. 1753.

Roma, 28 aprile 2017

FP CGIL/INPS

Matteo Ariano

CISL FP/INPS

Paolo SCILINGUO

UIL PA/INPS

Sergio CERVO