Nel pomeriggio di ieri si è svolta, con la Delegazione trattante, una riunione con due temi all’ordine del giorno:
- Verbale d’intesa in materia di conferimento degli incarichi di posizione organizzativa;
- Interpretazione autentica del CCNI 2016 e dell’ipotesi di CCNI 2017 in materia di riassorbimento del TEP.
Sulla regolamentazione del conferimento degli incarichi di posizione organizzativa, riservandoci nelle prossime settimane un esame più approfondito del testo, al fine di formulare una valutazione compiuta dei suoi contenuti, anche alla luce dei contributi che in questi giorni stanno pervenendo a questi Coordinamenti, abbiamo certamente apprezzato la sistematizzazione di una materia oggi in parte regolata da accordi per singole e specifiche tipologie di posizioni organizzative o, addirittura, per altro verso, non normata attraverso atti negoziali, ma con semplici messaggi Hermes.
Il prossimo incontro su tale argomento è fissato per il 3 maggio.
Per quanto riguarda il meccanismo di riassorbimento del TEP, in considerazione della dizione letterale della clausola del CCNI 2015 (Articolo 3, comma 3: In occasione di progressioni sia all’interno delle aree che tra le aree, il trattamento economico di professionalità è soggetto al riassorbimento della quota di incremento fissata dal presente CCNI fino all’importo pari al 70% dell’incremento della retribuzione tabellare e, comunque, nel limite massimo dell’incremento tabellare), richiamata nel CCNI 2016 e nell’ipotesi di CCNI 2017, che sembrava limitare il riassorbimento del TEP, in occasione delle progressioni economiche, al solo aumento di tale istituto deciso con il CCNI 2015, anziché all’intera misura, com’è sempre accaduto in INPS in occasione anche dei precedenti passaggi, abbiamo sottoscritto due verbale di interpretazione autentica del dispositivo contrattuale 2016 e 2017 che riconducono il meccanismo del riassorbimento nell’alveo della contrattazione integrativa di Ente.
Nel corso della riunione è stato affrontato, così come chiesto per le vie brevi, l’argomento della revisione degli assegni ordinari di invalidità sul quale è intervenuto direttamente il Coordinatore Generale Medico-Legale che ha chiarito i termini di
un’operazione non circoscritta alla sola platea dei colleghi destinatari di prestazioni previdenziali, ma che riguarderà in futuro altre platee di soggetti nel quadro di un’ordinaria attività di verifica condotta dall’Istituto. In termini puramente numerici sono stati convocati a visita 565 colleghi (il 2% dei dipendenti INPS è titolare di un assegno ordinario di invalidità a fronte di una media del 6% degli assicurati esterni) con 478 visite effettuate che hanno dato luogo ad un 45% di conferme a fronte del 55% di non conferme.
Sul punto, senza mettere in discussione la facoltà dell’Istituto di sottoporre a visita i fruitori di prestazioni economiche legate ad un accertamento della riduzione della capacità lavorativa, restano i dubbi e la critica legati ad un modus operandi che non ha considerato in capo ai colleghi quel minimo di garanzie oggi rinviate, purtroppo, all’eventuale fase contenziosa che dovrà essere attivata dagli interessati presso i locati Comitati Provinciali INPS.
Tra le varie ed eventuali abbiamo posto al Capo del Personale due temi che in parte coinvolgono i professionisti dell’Istituto: l’erogazione dei compensi per la progettazione riferiti al periodo 2008-2011 e lo sblocco delle procedere di selezione per i livelli differenziati dei professionisti realizzate nel 2011 con decorrenza 2008.
Su entrambi gli argomenti il Dott. Di Monde si è impegnato a dare una risposta nelle prossime riunioni, anticipando che si sta lavorando nella direzione di una soluzione positiva delle due problematiche.
In ultimo, non certo per importanza, abbiamo rappresentato, unitamente alle altre organizzazioni sindacali che hanno partecipato alla mobilitazione messa in campo dai colleghi di Milano lo scorso 7 aprile, alla Delegazione di parte pubblica la necessità di individuare una soluzione sulla questione del trasferimento degli uffici INPS di via Pola a Milano che rischia, per una disdetta contrattuale, di lasciare senza presidio una zona così importante del capoluogo lombardo: come hanno giustamente scritto i colleghi di Milano “i presunti risparmi ed economie di gestione non possono essere fatti a scapito dei servizi erogati alla cittadinanza”.
Roma, 12 aprile 2017
FP CGIL/INPS
Matteo ARIANO
CISL FP/INPS
Paolo SCILINGUO