Egregio Signor Presidente,
nel momento in cui i consumi crollano, le imposte non diminuiscono, la recessione morde ogni tentativo di rilancio dell’economia, i giuristi discettano se modificare l’art. 1 della nostra Costituzione in “L’Italia è una Repubblica fondata… sulla disoccupazione”, ci permettiamo di suggerire al Presidente Letta e ai Ministri Saccomanni e Giovannini, alcune misure assolutamente positive per recuperare importanti risorse da destinare all’occupazione giovanile.
Quando, con scelta per noi scarsamente meditata, furono unificati INPS, INPDAP ed ENPALS, si motivò la decisione con l’esigenza di pervenire a significative economie di scala attraverso importanti risparmi sulle spese di gestione, su quelle di organizzazione e intervenendo su tutta un’altra serie di voci che dall’unificazione si sarebbero potute contrarre.
Il precedente Governo, però, una volta assunta la decisione, nulla ha fatto affinché tali economie si realizzassero effettivamente, anzi…
Prima ragione di scandalo fu che, in aperto contrasto con una precedente legge chiamata “Decreto tagliaspese” meno anglofila e più comprensibile della spending review di montiana memoria, si è aggirata la norma che imponeva, anche per l’INPS, al pari di tutte le altre organizzazioni italiane, che il numero dei componenti dei Collegi dei Sindaci, fosse fissato nel numero massimo di 3.
Il 3 è rimasto … o come il gioco delle famose 3 carte o come moltiplicatore!
Infatti, il Collegio dei Sindaci dell’INPS è composto di ben 9 unità tutte di provenienza ministeriale e tutte con il più alto grado ovvero quello di dirigente generale.
Ciò comporta che tale Organo di controllo costa ai lavoratori, ai pensionati e alle imprese ovvero a tutti noi, la bella cifra di quasi 2.500.000 euro l’anno invece di “soli” 750.000. Inoltre, va sommato il costo, quantificabile in qualche altro centinaio di migliaia di euro, delle macchine con relativi autisti che li scorrazzano in lungo e in largo (sarà solo per motivi istituzionali?); i corsi di lingua singoli per il presidente del Collegio (a che titolo?); fino ad arrivare ad attaccarsi al buono pasto di ben 7 euro. Quei buoni pasto che tutti possono acquisire dimostrando di aver svolto il normale orario, mentre Lor Signori no. Lo prendono e basta, senza nulla dover dimostrare!!
Ma quello che è ulteriormente e perfidamente nascosto fra le pieghe è che le 6 persone che hanno occupato le 6 posizioni aggiuntive hanno lasciati liberi altrettanti posti di dirigente generale nei vari ministeri. Posti immediatamente occupati con nomine di diretta competenza del Consiglio dei Ministri … con ulteriore aggravio di circa 2 milioni di euro l’anno.
Erano queste le economie che il Senatore Monti e il Ministro Grilli e la Ministra Fornero avevano ipotizzato?
Avremmo preferito farne volentieri a meno!
Ma non basta.
Ancora non basta.
Infatti, le famose previsioni di economia di scala sono rimaste nel mondo delle pie intenzioni; un esempio per tutti: le sedi dell’Ente occupate dietro il pagamento di cospicui affitti mensili.
Il bel palazzo dell’INPS di Viale Beethoven a Roma costa, sempre ai lavoratori, ai pensionati e alle imprese, la bella cifra di 10 milioni di euro l’anno di affitto! Cifra che sarebbe possibile risparmiare totalmente solo spostando gli uffici presso la semivuota sede di Via Ballarin, a pochi minuti di distanza, di proprietà dell’INPS stesso.
E che dire delle Sedi di Napoli? Stessa scena. Stesso film, stesso spreco. Due sedi vicine, una in affitto alla bella cifra di 800 mila euro l’anno, una di proprietà semi vuota.
E questi sono soltanto alcuni casi…
Ma quello che fa più rabbia è che, a distanza di un anno e mezzo dal provvedimento di unificazione dei tre grandi enti sopra citati, ancora manca un progetto finalizzato alla riorganizzazione logistica delle sedi sul territorio nazionale, ovvero unificazione delle stesse con conseguenti, importanti risparmi sugli affitti da cui, sempre a distanza di oltre un anno e mezzo, neanche sono state date le disdette né programmate le procedure operative per la fusione, per cui bene che vada continueremo a pagare, non si sa per quanto tempo ancora, decine e decine di milioni di euro l’anno.
In questo contesto, per fare quadrare i conti con i tagli ai servizi ai lavoratori, alle imprese e ai pensionati cinicamente ed odiosamente imposti dalla spending review, cosa propongono gli esimi Sindaci dell’INPS?
Un taglio alle loro faraoniche prebende? Macchè!
Un adeguamento immediato alle previsione di legge del loro spropositato numero? Ma va là!!
L’abbandono dell’uso, nel rispetto alle direttive della Presidenza del Consiglio, dell’abuso delle auto blu? Ma per piacere!!
L’immediato avvio delle procedure per non far pagare più all’INPS affitti inutili e abnormi? Ma ci facciano il piacere, ci facciano!!
Con cattiveria pari solo al cinismo delle vestali degli intangibili privilegi delle peggiori caste, propongono sì di tagliare ma di tagliare di 96 milioni di euro il salario del personale dell’INPS assolutamente fermo, al pari di quello di tutti gli altri dipendenti pubblici, da ben quattro anni e che, secondo qualcuno, dovrà restarlo ancora per altri quattro!
Nel frattempo gli esodati continuano ad essere privi di tutele, i giovani continuano ad essere disoccupati, ai lavoratori pubblici si proroga ulteriormente il blocco dei contratti, il livello della qualità della vita dei cittadini precipita ogni giorno di più e le previsioni degli esperti ci comunicano che, forse, e diciamo forse, il potere di acquisto degli italiani tornerà ai livelli del 2010 solo nel 2036.
Presidente Letta, prima di quella data , sarà possibile risparmiare i milioni di euro l’anno usati per pagare il triplo di quanto dovuto per mantenere il Collegio dei Sindaci dell’INPS e, sempre per quella data, sarà possibile risparmiare i milioni e milioni di euro l’anno per pagare i 6 dirigenti generali “in forza” ai ministeri occupando posizioni che potrebbero essere altrimenti risparmiati?
E, sempre prima del 2036, sarà possibile risparmiare le decine di milioni di euro oggi buttati al vento per pagare affitti inutili per sedi che potrebbero essere tranquillamente e funzionalmente unificate consentendo, fra l’altro, ai cittadini di non fare il giro delle sette chiese da un ufficio all’altro?
Giustamente, tanto si criticò nel recente passato, l’apertura delle ridicole sedi dei ministeri a Monza sino a pervenire alla loro dovuta chiusura.
Ma di Monza…, Signor Presidente, è piena l’Italia.
Avremmo piacere di una risposta ma soprattutto di fatti!!!
Cordialità.
Sergio Cervo
Coordinatore UILPA INPS