Mentre il nostro Istituto è attraversato da una grande riorganizzazione, in un processo che guarda all’imminente creazione della 3-i SpA, in vista dell’uscita dei bandi regionali e nazionale di mobilità che porterà qualche ulteriore collega in DG, nel rispetto della normativa vigente di contenimento del consumo energetico, è lecito chiedersi cosa si stia preparando per i lavoratori per il prossimo futuro anche in materie di minor rilevanza.

Mentre numerosi, piccoli cantieri si muovono tra i vari plessi, il più grande cantiere della DG aspetta da anni di vedere la luce; il palazzetto di via Civiltà del Lavoro ha vissuto, infatti, almeno otto anni di ritardi, rinvii e ripensamenti.

A prescindere dal fatto che l’adeguamento alla normativa antincendio richiederà almeno altri due anni di lavori e sebbene ci piacerebbe che qualcuno ci spiegasse perché la sostituzione degli infissi già assegnata sia stata stralciata dal progetto, indigna come il completamento del cantiere dei servizi igienici dello stabile da quasi un anno non abbia ancora visto l’apertura di neppure un bagno nei piani dello stabile frequentati dai lavoratori, segno di una novella “fabbrica di San Pietro”. È di qualche giorno fa, invece, la chiusura dell’unico servizio per disabili del piano terra che oggi ha un solo gruppo bagni con un solo servizio per uomini e due per donne a fronte di circa 150 lavoratori che afferiscono alla struttura.

Anche se qualcuno preferirebbe che nello stabile ci siano più fantasmi che dipendenti, a civiltà del lavoro sono stabilmente impiegati dipendenti e fornitori esterni che presidiano le attività di conduzione sistemistica 24 ore su 24; per questo proponiamo che si tenga conto anche di questa situazione per consentire un ricorso marcato al lavoro agile e da remoto anche per questi lavoratori, richiesta condivisa con altre organizzazioni sindacali ai tavoli di trattativa con l’amministrazione.

Da più parti, nei vari plessi, ci pervengono segnalazioni relative alla scarsa efficienza degli impianti di condizionamento e riscaldamento, talora come eccessi di calore anche nelle strutture ove esistono fancoil e split con regolazioni individuali, segno che qualcosa non sta funzionando nel controllo degli impianti.

È di qualche giorno fa la notizia della riapertura parziale della mensa di via Ballarin che farebbe piacere se non fosse che da mesi gli RLS chiedono di visionare i locali della stessa e che sembrerebbe versino in condizioni non migliori di quelle che furono denunciate anni fa.

Nell’ottica di welfare aziendale, la chiusura del nido per figli dei dipendenti sito in via Ballarin avvenuta per carenza di bambini non può che lasciarci basiti sia perché si tratta di un servizio che potrebbe essere necessario vista l’assunzione di nuovi e giovani colleghi sia perché porta ad un arretramento dei servizi resi ai lavoratori.

La navigazione a vista potrebbe essere pericolosa in tempo di tempesta anche se l’Istituto ha tanti capitani coraggiosi.

 

Roma, 22 novembre 2022

p. IL COORDINAMENTO UILPA - INPS DG

Claudio Checcherini