Con riferimento al messaggio Hermes 1453 ed alla situazione pandemica esistente relativamente ai contagi da Covid-19 ancora in elevato numero, nei giorni scorsi abbiamo segnalato alla DCRU la rischiosità di alcune categorie di colleghi non direttamente tutelati dalla stratificazione normativa probabilmente per dimenticanza. La gestione della pandemia, infatti, nei ritmi concitati dei decreti che si sono succeduti in questi anni, ha spesso dimenticato alcune categorie di lavoratori esponendoli in maniera alternata al contagio o alla protezione casalinga del lavoro agile.
Con la fine dello stato di emergenza, i dati dei contagi e, soprattutto, dei decessi continuano a ricordarci che non siamo ancora fuori dalla pandemia.
Per questo, i soggetti fragilissimi (alla luce del decreto del Ministro della Salute di febbraio) conviventi con alcuni lavoratori possono essere messi a rischio da quei colleghi che dovessero contrarre il covid-19 in ufficio o nel percorso per giungerci. Analogamente, i colleghi ipovedenti o ciechi che, nel lavoro, hanno bisogno di essere assistiti da tutor sono assoggettati a maggiori rischi frequentando gli ambienti di lavoro.
Questi colleghi, sebbene non direttamente tutelati dalla norma, potrebbero essere utilmente impiegati in Istituto attraverso il regime di smart working con esenzione dai rientri settimanali che la norma consentirebbe anche alle PA in caso di mancato aggravio di spesa. Come è stato ampiamente riconosciuto anche dal Ministro Brunetta, infatti, in Istituto lo smart working ha permesso non solo il miglioramento della produzione ma addirittura congrui risparmi delle spese di gestione. È solo questione di capacità di organizzazione e di volontà a fare la differenza. Noi ci siamo, l’amministrazione?
Roma, 6 aprile 2022
IL COORDINATORE GENERALE |
UILPA-INPS |
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Sergio Cervo |