Il piano nazionale pandemico da malattie influenzali 2021-2023, sancito nell’accordo della conferenza Stato-Regioni, nel quadro generale del Piano nazionale della Prevenzione 2020-2025 e dei Piani Regionali della prevenzione, ha colmato il vuoto programmatico e gestionale che tante vittime avrebbe potuto evitare nel corso della pandemia da Covid-19.
In particolare, tra le azioni centrali previste, i Piani di Prevenzione individuano gli ambienti di lavoro come luoghi da preservare attraverso un’attenta politica di promozione della salute collettiva impegnando attivamente datori di lavoro e lavoratori a politiche di coinvolgimento per l’adozione di buone pratiche a tutela della salute.
L’evoluzione degli ultimi 20 mesi ha mostrato come la diffusione pandemica da Covid-19 continui ancora oggi ad essere insidiosa nonostante l’introduzione dei vaccini come strumento primario per evitare conseguenze mortali in caso di contagio. La presenza di varianti a morbilità e infettività crescenti e la ricorrente variazione dei comportamenti individuali in conseguenza dell’evoluzione degli strumenti di difesa introdotti, sta mostrando come da circa un mese sia in corso una ripresa dell’andamento dei contagi, dei ricoveri e dei decessi, in breve una quarta ondata.
L’analisi dei dati regionali espone un quadro decisamente più impietoso rispetto alla media nazionale del grafico qui riportato soprattutto per le regioni a maggiore vocazione turistica per il periodo estivo segno che, nonostante le vaccinazioni effettuate, ancora oggi i comportamenti individuali (distanziamento, uso della mascherina, sanificazione delle mani e degli ambienti) sono importanti per ridurre la diffusione della malattia.
Al tempo stesso, esaminando i dati sovranazionali di altri paesi europei che hanno adottato pratiche più permissive nell’ambito di comportamenti individuali e quelli di Israele, primo paese al mondo ad aver iniziato la somministrazione della terza dose del vaccino, emergono dati decisamente preoccupanti in merito ad una robusta quarta ondata ed appare alquanto improvvido non utilizzare un approccio interdisciplinare e congiunto tra buone pratiche, vaccinazioni e politiche di comunicazione ed educazione delle persone negli ambienti di lavoro e negli agglomerati urbani.
Questa sigla sindacale propone da oltre un anno la revisione degli accordi tra parti datoriali ed organizzazioni sindacali per l’integrazione delle pratiche e delle esperienze maturate nel corso della pandemia al fine di realizzare il miglior mix di strategie finalizzato alla tutela della salute collettiva. La ripresa delle attività produttive, seppur necessaria per la sostenibilità economica del Paese, non può prescindere dal diritto alla salute dei cittadini e dei lavoratori.
Struttura di Coordinamento |
IL COORDINATORE GENERALE |
Tutela salute, sicurezza e ambiente |
UILPA-INPS |
UILPA-INPS |
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Claudio Checcherini |
Sergio Cervo |