Non è una novità che gli oltre duemila focolai attivi nel nostro Paese stanno portando la pandemia vicino a ognuno di noi, così come l’incremento dei casi più gravi sanciti dai ricoveri e dal lento crescere dei decessi stanno portando le regioni ad incrementare le misure di contrasto confermando che è necessario mantenere il distanziamento sociale e l’uso più accorto dei dispositivi di prevenzione individuale. E così, mentre la curva dei contagi da COVID-19 continua a crescere ed i media continuano ad attaccare l’Istituto con futili motivi, questa volta puntando il dito contro la retribuzione del nostro Presidente e, indirettamente, contro tutti i suoi dipendenti per i lamentati ritardi nella concessione delle prestazioni, si sta lasciando indietro una straordinaria opportunità: il lavoro agile.
Se i minatori possono svolgere il loro lavoro a distanza grazie al telecontrollo di sistemi robotizzati, facendo tramontare l’immagine del lavoratore annerito dalla polvere e costretto a spezzarsi la schiena “in presenza” e se da anni i piloti di droni militari combattono guerre a distanza come i nostri figli davanti ai videogiochi, nel nostro piccolo, durante il lock-down, abbiamo prodotto in media il 30% in più del passato con picchi di incremento del 60% dimostrando che, a prescindere dalla pandemia, il lavoro in Istituto, salvo rare eccezioni, possa essere gestito in modalità agile.
Il cambiamento organizzativo è iniziato da un pezzo e dovrebbe essere chiaro anche alla parte della tecnostruttura che oltre un anno fa chiedeva ai sindacati di non essere ostili al lavoro agile mentre oggi sta richiamando in sede i lavoratori facendo venire il dubbio che la leadership sia, questa sì, un’attività da esercitare solo “in presenza” e sia così indifferibile da esporre i lavoratori al rischio del contagio.
Il cambiamento organizzativo ormai iniziato, oltre alla consapevolezza, deve essere condiviso e gestito perché sia utile a tutti, lavoratori e amministrazione. Volontarietà, retribuzione accessoria, buono pasto, diritto alla disconnessione sono solo alcuni dei temi che meritano attenzione per una gestione efficace del cambiamento.
Perché continuare a posticipare il problema? Perché attendere la quasi scontata proroga dello stato di emergenza dal Governo? Perché continuare ad essere impreparati? Perché abbandonare il ruolo di apripista che sempre ha caratterizzato il nostro Istituto?
La polemica di questi giorni contro il nostro Presidente (in cima all’INPS nelle responsabilità e, talvolta, nell’innovazione ma non nello stipendio) ci addolora perché tocca indirettamente tutti i dipendenti dell’Istituto; non vogliamo citare le teorie di Adriano Olivetti né entrare nel merito delle retribuzioni ma riteniamo che l’unica risposta possibile a questi ingiusti attacchi sia l’efficacia dell’azione resa in modo vantaggioso per amministrazione, lavoratori e utenti anche con modalità organizzative innovative; ed il lavoro agile è una di queste.
Struttura di Coordinamento |
IL COORDINATORE GENERALE |
Tutela salute, sicurezza e ambiente |
UILPA-INPS |
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