Il primo aprile, in piena pandemia, durante il primo giorno di richiesta delle prestazioni straordinarie COVID il nostro sito istituzionale andò in crisi per le motivazioni, si disse, più disparate.
In quell’occasione i dipendenti ed i fornitori della direzione informatica furono additati come incapaci, il Presidente e tutto l’Istituto fu al centro di polemiche che riempirono le pagine dei quotidiani.
Poco fa, dal report dell’Organismo permanente di monitoraggio e analisi sui rischi di infiltrazione nell'Economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso, si è appreso che si trattò davvero di un attacco hacker.
Che il mondo informatico dell’Istituto sia un processo in assiduo divenire è cosa nota, che sia necessario un continuo rinnovamento e che sia opportuno aprirsi all’innovazione e al miglioramento delle applicazioni sia nelle prestazioni sia nell’esperienza utente siamo tutti d’accordo. Ma ora ci aspettiamo le scuse: ai professionisti dell’informatica che, a testa bassa, hanno continuato a tenere insieme le applicazioni durante la crisi, a tutti i dipendenti dell’Istituto che in smart working hanno retto il sistema, al nostro Presidente che ci rappresenta.
Di noi si è fatta carne da macello, ricordiamocelo ora che si intende riaprire gli sportelli al pubblico.
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