È proseguito nel corso della giornata di ieri il confronto tra Amministrazione ed Organizzazioni sindacali sul documento in materia di regolamentazione delle misure per il contrasto ed il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro dell’Inps nella cosiddetta Fase 2”, documento arricchito rispetto alla riunione dello scorso 22 maggio da un allegato tecnico che diventa parte integrante della proposta di accordo.
Dopo aver ribadito la necessità che il nuovo testo preveda espressamente la declinazione a livello di contrattazione decentrata dei contenuti delle linee guida nazionali, previsione che ritroviamo incidentalmente solo nelle premesse, e che siano previsti nell’accordo momenti di verifica e di monitoraggio dell’applicazione delle iniziative messe in campo, così come accade nel privato dove sono previsti comitati aziendali paritetici a presidio della corretta applicazione delle misure di prevenzione e di sicurezza da parte del datore di lavoro, previsione che non ritroviamo nel documento consegnato,abbiamo rappresentato alla controparte la necessità di apportare una serie di modifiche (es. mancano i riferimenti all’attività di vigilanza, a quella svolta dai colleghi dei servizi tecnici spesso impegnati fuori dal perimetro dell’Istituto ecc.) che saranno oggetto di una proposta organica emendativa ed integrativa che ci impegniamo in tempi brevi a trasmettere all’Amministrazione.
Al di là degli aspetti più squisitamente tecnici, abbiamo chiarito alla controparte chenon accettiamo nessuna ipoteca rispetto ai contenuti dell’accordo attraverso l’indicazione di date per la riattivazione degli sportelli delle sedi in modalità fisica: l’INPS in questi mesi non è mai stato chiuso (un messaggio che dovrebbe essere veicolato in modo chiaro ed inequivocabile all’esterno) ed ha continuato ad operare modificando semplicemente la modalità di relazione con l’utenza, passando dalla forma fisica a quella esclusivamente remota, una modalità pienamente giustificata da una condizione di emergenza sanitaria che, lo ricordiamo, non è assolutamente cessata. Lo sportello telefonico unitamente agli altri canali di comunicazione (contact center, posta elettronica, pec ecc.) ha consentito e consente di presidiare al meglio la domanda di informazioni che proviene da un’utenza resa particolarmente aggressiva da una condizione di crisi economica e sociale.Aprire oggi gli sportelli in modalità fisica significherebbe esporre le sedi ed i colleghi ad un grave rischio rispetto al quale, contrariamente a quanto affermato da qualche buontempone di altra organizzazione sindacale che ha prefigurato un’apertura delle sedi al pubblico con il presidio di Carabinieri e Polizia di Stato trasformandole di fatto in un fortino, le manifestazioni e gli episodi di aggressione verbale e via social di queste settimane sarebbero un pallido ricordo!
Nel corso del confronto abbiamo ribadito anche la necessità e l’urgenza che si arrivi in tempi rapidi alla definizione di un protocollo d’intesa per la disciplina dello smart working “emergenziale” visto che alcuni istituti ad esso legati, si pensi per esempio al diritto alla disconnessione, sono in questa fase “saltati”.
Roma, 29 maggio 2020
FP CGIL Matteo ARIANO Antonella TREVISANI |
CISL FP Paolo SCILINGUO |
UIL PA Sergio CERVO |
CONFINTESA/FP Francesco VIOLA |
CONFSAL-UNSA CIARALDI PEPPETTI |
ed Organizzazioni sindacali sul documento in materia di regolamentazione delle misure per il contrasto ed il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro dell’Inps nella cosiddetta Fase 2”, documento arricchito rispetto alla riunione dello scorso 22 maggio da un allegato tecnico che diventa parte integrante della proposta di accordo.
Dopo aver ribadito la necessità che il nuovo testo preveda espressamente la declinazione a livello di contrattazione decentrata dei contenuti delle linee guida nazionali, previsione che ritroviamo incidentalmente solo nelle premesse, e che siano previsti nell’accordo momenti di verifica e di monitoraggio dell’applicazione delle iniziative messe in campo, così come accade nel privato dove sono previsti comitati aziendali paritetici a presidio della corretta applicazione delle misure di prevenzione e di sicurezza da parte del datore di lavoro, previsione che non ritroviamo nel documento consegnato,abbiamo rappresentato alla controparte la necessità di apportare una serie di modifiche (es. mancano i riferimenti all’attività di vigilanza, a quella svolta dai colleghi dei servizi tecnici spesso impegnati fuori dal perimetro dell’Istituto ecc.) che saranno oggetto di una proposta organica emendativa ed integrativa che ci impegniamo in tempi brevi a trasmettere all’Amministrazione.
Al di là degli aspetti più squisitamente tecnici, abbiamo chiarito alla controparte chenon accettiamo nessuna ipoteca rispetto ai contenuti dell’accordo attraverso l’indicazione di date per la riattivazione degli sportelli delle sedi in modalità fisica: l’INPS in questi mesi non è mai stato chiuso (un messaggio che dovrebbe essere veicolato in modo chiaro ed inequivocabile all’esterno) ed ha continuato ad operare modificando semplicemente la modalità di relazione con l’utenza, passando dalla forma fisica a quella esclusivamente remota, una modalità pienamente giustificata da una condizione di emergenza sanitaria che, lo ricordiamo, non è assolutamente cessata. Lo sportello telefonico unitamente agli altri canali di comunicazione (contact center, posta elettronica, pec ecc.) ha consentito e consente di presidiare al meglio la domanda di informazioni che proviene da un’utenza resa particolarmente aggressiva da una condizione di crisi economica e sociale.Aprire oggi gli sportelli in modalità fisica significherebbe esporre le sedi ed i colleghi ad un grave rischio rispetto al quale, contrariamente a quanto affermato da qualche buontempone di altra organizzazione sindacale che ha prefigurato un’apertura delle sedi al pubblico con il presidio di Carabinieri e Polizia di Stato trasformandole di fatto in un fortino, le manifestazioni e gli episodi di aggressione verbale e via social di queste settimane sarebbero un pallido ricordo!
Nel corso del confronto abbiamo ribadito anche la necessità e l’urgenza che si arrivi in tempi rapidi alla definizione di un protocollo d’intesa per la disciplina dello smart working “emergenziale” visto che alcuni istituti ad esso legati, si pensi per esempio al diritto alla disconnessione, sono in questa fase “saltati”.
Roma, 29 maggio 2020
FP CGIL Matteo ARIANO Antonella TREVISANI |
CISL FP Paolo SCILINGUO |
UIL PA Sergio CERVO |
CONFINTESA/FP Francesco VIOLA |
CONFSAL-UNSA CIARALDI PEPPETTI |