Domani, i festeggiamenti del primo maggio aranno in tono minore per le regole di distanziamento sociale imposte dalla pandemia. Paradossalmente, quest’anno il primo maggio sarà una festa della consapevolezza.

Consapevolezza di chi il lavoro ce l’ha e di chi il lavoro lo ha improvvisamente perduto.

E noi, i lavoratori dell’INPS, a tendere la mano a questi ultimi.

Consapevolezza di chi, con i cambiamenti organizzativi, ha un lavoro non più contenuto in termini di durata quotidiana.

Quello che abbiamo sentito dai tanti colleghi che, per spirito di abnegazione, hanno lavorato notte e giorno e da quelli ai quali è stato chiesto di lavorare nel prossimo week end. E allora, questo primo maggio, per un incredibile gioco di corsi e ricorsi storici, è idealmente vicino ai motti degli operai australiani del 1855: “Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire”.

Consapevolezza di chi al lavoro rischia la vita quando a rischiare la vita, fino a ieri, erano altri.

E così è anche vicino ai lavoratori di Marcinelle, in gran parte immigrati italiani, che persero la vita in un incidente in miniera perché non sono stati rispettati i protocolli di sicurezza stabiliti. Un po’ come è accaduto ai tanti lavoratori in prima linea sprovvisti di dispositivi di sicurezza individuale che hanno contratto il COVID-19.

In due mesi, il ritardo decennale nell’applicazione delle norme esistenti e la scarsità di attenzione sono stati soppiantati dalla malattia che tocca tutti e la“sicurezza al lavoro” è diventata improvvisamente parola diffusa, lessico comune.

Sembra che, ora, la produttività a prescindere, a qualsiasi costo, abbia ceduto il posto all’etica del lavoro in sicurezza.

Soltanto se questa nuova attenzione alla sicurezza sarà coltivata con dedizione, il dono della vita degli eroi di questi giorni non sarà perduto irrimediabilmente.

Buon primo maggio.

Struttura di Coordinamento

IL COORDINATORE GENERALE

Tutela salute, sicurezza e ambiente

UILPA-INPS

UILPA-INPS

 

Claudio Checcherini

Sergio Cervo