Lo scorso 15 marzo, in occasione del primo incontro tra l’Amministrazione e le Organizzazioni Sindacali all’indomani dell’insediamento del Prof. Tridico ai vertici dell’Inps, sia pure nella veste non di Presidente, ma, come recitano le determine dell’Istituto, di “Organo munito dei poteri del Presidente”, chiedemmo al Presidente “in pectore” un impegno ben preciso sul versante delle progressioni verticali del personale attraverso la riscrittura della famigerata determina n.177/2018 che, a nostro avviso, lo abbiamo detto e scritto in più occasioni, avrebbe dovuto ricalcare, nella disciplina dei passaggi d’area del triennio 2018/2019/2020 i meccanismi e le modalità seguiti nel 2016 in occasione delle progressioni orizzontali effettuate all’interno delle aree professionali: tradotto significa eliminazione della prova orale, revisione dei punteggi legati ad alcuni titoli e pubblicazione preventiva dell’archivio dei quiz da cui saranno estratte a sorte le domande oggetto della prova scritta sulle materie riportate nella stessa determina.
Ad oggi, dopo circa tre mesi dal Suo insediamento nella veste di “Organo munito dei poteri del Presidente”, caro prof. Tridico non abbiamo avuto alcun riscontro rispetto a quella nostra richiesta nonostante l’impegno, ripetuto in più occasioni, dall’Amministrazione (Lei è Capo della delegazione trattante di parte datoriale ai sensi della determinazione n.24 del 18 aprile u.s. ) a convocare le organizzazioni sindacali per un confronto preventivo rispetto ad un tema, quello delle progressioni verticali, oggetto, Le ricordiamo, di un verbale di intesa, sottoscritto il 10 ottobre 2017 con il suo predecessore, che vincola l’Istituto, a realizzare i passaggi di area attraverso le selezioni interne, quindi senza concorso pubblico, approfittando della deroga temporale introdotta nel 2017 dall’ultimo decreto Madia (art.22, comma 15, D. Lgs. n.75/2017).
A che punto siamo? Il tempo passa prof. Tridico e non vorremmo ritrovarci a censurare nuovamente un’Amministrazione, distratta, o peggio, inadempiente rispetto agli accordi sottoscritti: pacta servanda sunt e fino ad oggi non abbiamo avuto alcun riscontro rispetto all’impegno preso il 15 marzo u.s. a meno che il confronto sindacale interno all’Istituto non venga sviluppato in sedi improprie, magari i convegni ai quali Lei è invitato e di cui apprendiamo i contenuti dalle cronache sindacali altrui!
Restando in tema di progressioni verticali CGIL CISL e UIL sono impegnate, nel confronto con l’ARAN, nella riscrittura dell’ordinamento professionale del personale del comparto Funzioni Centrali che, tra le varie problematiche affronti e risolva la questione dei colleghi, della prima e seconda area, inquadrati sul piano giuridico in ambiti professionali che non corrispondono alle attività effettivamente svolte, tanto che una delle proposte in campo è quella di procedere ad una nuova declaratoria delle aree professionali con successiva rimessione alla contrattazione integrativa della individuazione delle attività svolte in ogni singola Amministrazione da collocare in tre distinte aree (come prevede il TU pubblico impiego, con buona pace di chi chiedeva a gran voce l'area unica, pur sapendo di non poterla avere) procedendo ad un reinquadramento del personale in sede di prima applicazione del nuovo CCNL delle Funzioni Centrali. Ebbene su questo tema non registriamo alcun intervento da parte dell’INPS sull’ARAN per sensibilizzare l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni nella direzione da noi propugnata: addirittura ci risulta che INAIL ed ACI abbiano recentemente invitato la nostra Amministrazione a fare fronte comune attraverso un’azione concertata di pressione sui Vertici dell’ARAN.
La risposta è stata ad oggi il silenzio!
Al di là delle dichiarazioni pubbliche caro prof. Tridico servono impegni concreti:
- · attivare in tempi brevi le progressioni verticali realizzabili sulla base del quadro normativo vigente che limita l’accesso sotto il profilo dei requisiti curricolari;
- · esercitare la moral suasion nei confronti del Governo, in considerazione dei rapporti che Lei vanta con il Ministro del lavoro e con il Presidente del Consiglio, per modificare la norma del D. Lgs. n.165/2001 che irrigidisce il meccanismo delle progressioni verticali (concorso pubblico con eventuale riserva e titolo di studio richiesto per l’accesso esterno all’area) ripristinando l’ottima norma che queste organizzazioni sindacali, “brutte, sporche, cattive” e incompetenti, come qualcuno ci ha definito, scrissero nel lontano 1999 con il CCNL 1998/2001 (se Lei vuole basta fare il copia e incolla di quel dispositivo e proporlo ai Suoi interlocutori istituzionali).
Si tratterebbe di due atti concreti che, uniti ad una profonda revisione del sistema di rilevazione e misurazione della performance (ci vorrebbe una moratoria più che giustificata dall’enorme mole dei carichi di lavoro accompagnata quest’anno, stime dell’Amministrazione, dall’uscita di oltre 2.100 colleghi futuri pensionati) e della multicanalità della comunicazione con l’utenza esterna, troverebbero queste organizzazioni sindacali pronte al confronto.
Noi ci siamo: e Lei Professore?
Roma, 03 giugno 2019
FP CGIL/INPS Matteo ARIANO |
CISL FP/INPS Paolo SCILINGUO |
UIL PA/INPS Sergio CERVO |