Apprendiamo con stupore la replica che il dott. Paolo Pennesi, “Capo” dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, ha inviato alla redazione di Report in merito al contenuto della trasmissione del 14.5.2018. Il “Capo” ha snocciolato una serie di dati rappresentando una situazione paradossale cercando, con un malcelato tentativo, di scaricare ora sugli ispettori degli Enti, ora sulle banche dati, ora sulle esigue risorse, il fallimento di una pazziella, da lui fortemente voluta con la benedizione di un ministro poco attento.
Il “Capo”, infatti, per giustificare, la patacca fregiata che si è appuntato sulla giacca, ha sempre dichiarato ora a destra e ora a manca che la motivazione vera che aveva indotto lui e il ministro a creare questo inutile mostro burocratico, era che bisognava mettere fine alle duplicazioni delle ispezioni. Detta così la cosa sembrerebbe avere una sua logica, ma sono gli stessi numeri che il “Capo” è così bravo a snocciolare che smentiscono tale logica. Infatti la duplicazione delle ispezioni si verifica in un percentuale irrisoria, inferiore al 3% annuo.
Dr Pennesi, non è stato forse lei stesso ad evidenziare sui tavoli nazionali che non è mai esistito un problema di duplicazioni?
E allora, caro dr. Pennesi, prima o poi dovrà dire all’opinione pubblica e alle forze politiche e sociali e soprattutto ai lavoratori (sempre meno tutelati, più precarizzati e a rischio incidenti sul lavoro) tutta la verità in merito a questa contorta vicenda.
Deve prendere atto che la sua credibilità, che già prima era minima, adesso è pari allo zero.
Lei stesso ha più volte ammesso (da ultimo anche nell’intervista rilasciata a Report) che non può esistere un Pico della Mirandola della vigilanza, un tuttologo capace di sapere l’intera materia ispettiva.
Lei stesso più volte ha dichiarato la necessità di mantenere separate le tre realtà.
Un ripensamento su questo INL sarebbe cosa buona e giusta, anche da parte sua se è vero, come dovrebbe essere vero, che il suo stesso ruolo gli dovrebbe imporre di tutelare al meglio il mondo del lavoro.
Ci consenta infine una considerazione.
Con quella dichiarazione lei ha scritto davvero una brutta pagina per l’INL, e soprattutto per se stesso.
Infatti lei si è attribuito il titolo di “Capo”, ma un vero capo non scarica sui suoi collaboratori responsabilità che sono solo sue, un vero capo sa anche riconoscere i propri errori, un vero capo non rilascia dichiarazioni di favore a seconda dell’uditorio o a seconda di come soffia il vento, un vero capo difende e non attacca i suoi collaboratori.
Certo adesso per lei si presenta un altro grande problema, dopo aver tanto bistrattato e oltraggiato gli ispettori di Inps e Inail, dopo aver perso la loro stima e la loro fiducia, come farà a riproporsi ancora come “Capo”?
Ci vuole una bella faccia tosta, ma va riconosciuto che almeno in questo lei è insuperabile.
IL COORDINAMENTO NAZIONALE
UILPA-INPS