I lavoratori hanno già dato ( e continuano a dare…) e tanto!!! 

I soldi andiamoli a prendere dove ci sono… e ce ne sono tanti… a partire da consulenze, affitti, sedi di rappresentanza.

L’assurda norma della spending review che impone all’INPS tagli di risorse, umane ed economiche, di un’entità unica in tutto lo scenario pubblico, crea profonde preoccupazioni a questo Sindacato.

Le preoccupazioni nascono, in particolare, dal timore che, dietro l’esigenza di “fare cassa” spasmodicamente invocata dagli ultimi Governi, purtroppo sempre a senso unico e non laddove veramente possa essere utile e giusta (vedi i costi della politica), si nasconda una manovra volta non solo a ridurre ulteriormente il welfare ma, anche e soprattutto, a proseguire nel processo di distruzione dell’INPS, attraverso la sua trasformazione in un Ente virtuale.

L’Ente virtuale che, evidentemente, piace a “qualcuno”, dovrebbe limitare il proprio operare prevalentemente attraverso call center e società di consulenza da cui il progressivo annullamento delle strutture sul territorio, a partire da quelle intermedie.

L’INPS, quello voluto ed apprezzato dai lavoratori e dalle imprese, quello che si interfaccia con i suoi front office ed opera in maniera diretta con gli utenti, quello che fisicamente risponde al piccolo imprenditore come al cassintegrato ed all’iscritto, dovrebbe essere destinato a sparire.

Certo, qualcuno afferma che così si risparmierebbe. Noi aggiungiamo unforse. Un forse grande quanto una casa…

Perchè? Perché siamo convinti che sarebbero molti, molti di meno di quelli che si rappresentano come  derivabili dall’intera operazione in quanto, come detto, una parte più che significativa si perderebbe nei rivoli delle consulenze, dirette o indirette, variamente utilizzate.

Certo, ancora, se poi gli utenti e le imprese si dovessero lamentare perché il servizio scadrebbe notevolmente, non è affare che interessa a “qualcuno”interessato, invece, ad altri affari……

Certo, pure, che se decine di migliaia di impiegati perdessero il loro posto di lavoro non è affare che interessa a “qualcuno” interessato, ancora e sempre, ad altri affari…..

Sappiamo benissimo che le economie vanno fatte, perché lo impone una legge, ma secondo la UIL bisogna prendere bene la mira ovvero non mettere le mani in tasca ai lavoratori e al sistema Paese ovvero a quel Paese che lavora e funziona, ma laddove veramente si possono, e come.., effettuare le economie stesse.

Il primo e più importante obiettivo è quello relativo alle consulenze dirette o indirette! 

Quante decine di milioni all’anno si spendono a questo titolo?

Quanti milioni di euro potrebbero essere risparmiati reinternalizzando competenze allo stato gestite in maniera estremamente onerosa e con risultati non sempre all’altezza di tale onerosità?

Quante di queste consulenze vanno a soggetti diversificati ovvero quante vanno sempre e solo allo stesso? E già da questa operazione, siamo certi, si potrebbero ottenere grandi economie.

Secondo obiettivo è quello degli immobili utilizzati in affitto. Al momento riteniamo che, una rivisitazione dell’allocazione delle sedi in immobili non di proprietà, mediante un processo di accorpamento delle sedi, porterebbe, anche in questo caso, notevoli economie di scala.

Terzo, ma non ultimo in un periodo di invocata trasparenza e obbligati risparmi, è quello delle doppie e triple sedi di rappresentanza. Non basta un ufficio solo per un uomo solo? Ne servono proprio altri con personale e spese di gestione certo non insignificanti?

Per ora ci fermiamo qui.. .

Di certo, però, non saremo disponibili a confronti sui risparmi che non partano pregiudizialmente da questi tre temi lasciando, comunque e finalmente, in pace i già troppo martoriati dipendenti, vittime delle “attenzioni” degli ultimi Governi che, non solo non hanno consentito il recupero del potere di acquisto ma, vedi Il Sole 24 Ore di lunedì scorso, hanno prodotto un taglio reale di almeno il 10% sulla loro retribuzione effettiva.