Si è tenuto ieri l’atteso incontro tra i sindacati ed i vertici degli Enti costituenti (INPS, INAIL ed ISTAT) della 3I SpA, la società di informatica che collaborerà a consolidare ed integrare le banche dati degli enti mettendole a disposizione della PA secondo i mandati istituzionali dei singoli enti.
Rispetto a quanto già sentito e riportato a valle del precedente incontro con il nostro Presidente, poco è cambiato, anzi. Gli interventi dei vertici di INAIL e ISTAT hanno spostato l’attenzione sulle attività da assegnare alla 3I SpA come connesse alle problematiche di sicurezza dei singoli sistemi informatici evocando il recente passato di Regione Lazio, RFI e Pentagono USA che sono stati fronteggiati soltanto grazie agli esperti di una società specializzata di Houston. Ancora, hanno raccontato di una PA vecchia, troppo vecchia per rincorrere le evoluzioni tecnologiche e confidato che, almeno nei progetti, la 3I SpA non sarà un’azienda per vecchi.
Ricordavamo invece come in un precedente incontro di aprile, il nostro Presidente avesse parlato di 3I SpA come di una “centrale unica” di acquisto (monopsonio nel mondo del welfare pubblico) che produrrà delle economie di scala, internalizzerà la produzione di software e indirizzerà un sistema di PA in cloud che farà da argine ai sistemi esterni gestiti da grandi player privati controllati da multinazionali, tutela per il personale in forza agli enti senza passaggi forzati né “spintanei”, argomenti ripresi nuovamente ieri per aggiustare il tiro dopo le rimostranze delle organizzazioni sindacali.
A nostro parere, la sicurezza informatica di INPS ha mostrato che anche in situazioni estreme (il 1° aprile 2020 per tutti), i servizi, a prescindere dall’attacco hacker subito, non hanno avuto perdita o furto di dati; sarà stata l’architettura tecnologica custodita sotto la nostra direzione generale ad essere stata intrinsecamente sicura o sarà stata la competenza dei nostri funzionari informatici esperti forse più di certi trentenni reperiti sul mercato da certi fornitori privati, sottopagati e gettati all’INPS a farsi le ossa sulle spalle di vecchi funzionari prima di spiccare il volo presso altri lidi meglio pagati.
Sul reperimento di giovani, il recente concorso per informatici potrebbe fare scuola per rapidità.
Infine, sulla capacità di reperire e trattenere esperti, non solo informatici, la contrattazione integrativa, opportunamente dotata di fondi, potrebbe essere efficacemente usata con sistemi premiali soltanto volendolo.
Nel nostro intervento, oltre a quanto sopra, abbiamo detto che questo progetto nasce da un decreto che è stato scritto in fretta dal Governo senza la partecipazione dei principali contributori ai fondi di INPS ed INAIL: i lavoratori e le aziende.
Molto dipenderà dallo statuto che sembrerebbe essere in avanzata fase di scrittura e dal conseguente piano industriale.
Pur volendo riconoscere al nostro Presidente ed al nostro Direttore Generale una fiducia già meritata sul campo, vorremmo augurarci che, al contrario della missione dell’Apollo 13, quella che originò la famosa frase del nostro titolo, qui non occorra la spettacolare abilità di provetti astronauti per portare a termine la missione ma basti la collaborazione sincera tra generazioni senza segreti e trabocchetti.
E questa può ottenersi soltanto con un confronto aperto fatto ora e alla pari sullo statuto e, successivamente, sul piano industriale.
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