Si è tenuto ieri pomeriggio un confronto tra l’amministrazione e le organizzazioni sindacali rispetto alla modifica delle misure di contrasto della pandemia.

L’amministrazione ha proposto, come anticipato in un nostro precedente comunicato, di rivedere l’accordo del 3 giugno del 2020 che non firmammo perché, all’epoca, lo ritenevamo troppo blando. Da allora, non sono stati presentati dati complessivi ed esaustivi rispetto ad eventuali focolai di infezione in tutte le sedi dell’Istituto che ci potessero tranquillizzare; si sono poi contate altre vittime tra i colleghi e innumerevoli contagi la cui pubblicità è stata qualche volta dubbia ma vogliamo pensare che l’assenza di procedure ben organizzate fin dal primo momento sia stata causa di qualche errore.

Oggi, nel medesimo stile del 3 giugno 2020, abbiamo riscontrato una fuga in avanti dell’amministrazione che, tra gli altri, vorrebbe mandare in pensione la segnalazione dei casi di positività e di contatto stretto (salvo lasciare ai singoli lavoratori gli obblighi di auto-sorveglianza ed autoisolamento) ed interrompere la sanificazione periodica degli uffici.

Se ora il Covid-19 fa meno paura di due anni fa, con l’andamento tendenziale della pandemia che conta circa 40.000 contagi giornalieri e circa 70 decessi giornalieri, la “sospensione” delle misure di contrasto appare quanto meno azzardata soprattutto perché il rischio biologico e le conseguenze del covid sono relativamente note e una sottovalutazione del rischio, oggi, sarebbe imperdonabile e costituirebbe indifendibile responsabilità dei datori di lavoro.

Per noi salute e la sicurezza fanno rima con prevenzione, non con sospensione.

 Come già detto in un precedente comunicato, siamo convinti che le procedure rodate e finalmente funzionanti dopo tanto tempo non vadano interrotte fintanto che dalla pandemia non si esca davvero.

Abbiamo più volte denunciato come il sistema dei tanti datori di lavoro non coordinati abbia costituito sedi e lavoratori di serie A e sedi e lavoratori di serie B rispetto alla sicurezza; al pari, abbiamo più volte denunciato la scarsa trasparenza di alcune sedi nella segnalazione dei casi di positività e nell’evidenziazione dei potenziali focolai di contagio.

Oggi, il nuovo direttore centrale Benessere Organizzativo Sicurezza e Logistica, dott. Diego De Felice, ha detto di voler ricondurre ad unità il comportamento dei datori di lavoro INPS: registriamo con favore le buone intenzioni ma non vogliamo che sia rivista al ribasso la salute e la sicurezza dei lavoratori di ogni sede d’Italia.

Abbiamo riscontrato con piacere che anche le sigle sindacali che il 3 giugno 2020 firmarono il protocollo della sicurezza riaprendo al pubblico le sedi dell’Istituto, oggi hanno condiviso la nostra posizione e ripreso pedissequamente le casistiche che abbiamo indicato come foriere di alto rischio per contagio.

L’amministrazione ha preso del tempo per rivedere le proprie indicazioni e pubblicherà a breve un messaggio Hermes con le prescrizioni datoriali. Confidiamo nel buon senso e nella responsabilità dei datori di lavoro.

Roma, 16 giugno 2022

Struttura di Coordinamento

IL COORDINATORE GENERALE

Tutela salute, sicurezza e ambiente

UILPA-INPS

UILPA-INPS

 

Claudio Checcherini

Sergio Cervo