Nel corso della giornata di ieri abbiamo ricevuto per via telematica l'informativa della Direzione Centrale Risorse Umane relativa alla nuova disciplina della pausa mensa che rende obbligatoria la pausa di 30 minuti in presenza di sei ore effettive di lavoro con l'aggiunta di un'ulteriore mezz'ora.
Ancora una volta l'Istituto, rinunciando all'esercizio della propria autonomia, si appiattisce sulle indicazioni non di un Ministero vigilante, ma addirittura di un soggetto pubblico, l'A.RA.N., il cui ruolo non dovrebbe essere di "dispensatore" di pareri, bensì quello di rappresentare sul piano negoziale le pubbliche amministrazioni in occasione della stipula degli accordi collettivi nazionali di lavoro.
Così non accade e l'ARAN, con un parere lampo, reso nell'arco di 24 ore, interviene "a gamba tesa" su una materia che, all'interno dell'Istituto, era stata regolamentata, previo confronto con le organizzazioni sindacali, nel 2013 in modo da lasciare al singolo lavoratore la scelta se effettuare la sola pausa di 10 minuti per il recupero delle energie psico-fisiche in presenza di una prestazione lavorativa pari a 6 ore giornaliere, rinunciando al buono pasto oppure percepire il ticket-restaurant e fare così la pausa di 30 minuti comprensiva in sé dell'intervallo funzionale alla tutela della sua salute.
Le scriventi organizzazioni sindacali, non condividendo il nuovo indirizzo interpretativo dettato dall'A.RA.N., chiedono che si continui ad applicare l'attuale disciplina, in attesa di un accordo quadro nazionale sul tema, più volte annunciato dall'Amministrazione, ma non ancora formalizzato al tavolo negoziale. FP CGIL/INPS
Oreste CIARROCCHI
CISL FP/INPS
Paolo SCILINGUO
UIL PA/INPS
Sergio CERVO