contratto

Desideriamo esprimere il nostro sincero ringraziamento a Maurizio per la riflessione che ha gentilmente inviato a questo Coordinamento UILPA INPS, e che siamo lieti di  pubblicare con piacere.

"Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) delle Funzioni Centrali riveste un ruolo cruciale nella determinazione delle retribuzioni e delle condizioni lavorative per i dipendenti pubblici in Italia, ma si dimostra inadeguato nell'affrontare la crisi salariale e nel promuovere una crescita economica sostenibile.

La stagnazione dei salari è uno dei principali limiti del CCNL: gli aumenti contrattuali sono spesso insufficienti a compensare l'inflazione, con un conseguente calo del potere d'acquisto che aggrava la contrazione della domanda interna.

Inoltre, l’adeguamento salariale è spesso tardivo e parziale, riflettendo una struttura negoziale poco reattiva alle sfide economiche.

Questa rigidità si accompagna alla mancanza di meccanismi automatici per l'adeguamento dei salari all’inflazione o alla crescita della produttività, lasciando i lavoratori pubblici bloccati in una condizione di stagnazione retributiva anche in periodi di ripresa economica. La situazione è aggravata dalla cronica scarsità di risorse disponibili per finanziare gli aumenti salariali, vincolate da politiche di austerità che limitano il potenziale del CCNL come leva per stimolare la domanda interna. A ciò si aggiunge un disallineamento tra pubblico e privato: il settore pubblico, che potrebbe fungere da traino per l’economia, soffre di una scarsa competitività salariale che compromette la capacità di attrarre talenti e innovare, con ripercussioni negative sulla produttività complessiva.

Un approccio keynesiano richiederebbe una profonda revisione del CCNL delle Funzioni Pubbliche, rendendolo uno strumento capace di stimolare la domanda interna e rilanciare l’economia. Incrementi salariali significativi e progressivi nel settore pubblico avrebbero un impatto diretto sul potere d'acquisto delle famiglie, alimentando i consumi e innescando un effetto moltiplicatore sull’economia. L'introduzione di meccanismi di indicizzazione, collegando i salari all’andamento dell’inflazione e alla produttività, garantirebbe la tutela del potere d'acquisto nel tempo, contrastando la stagnazione economica. Parallelamente, il CCNL dovrebbe includere risorse per programmi di formazione e innovazione, migliorando l’efficienza del settore pubblico e incentivando la crescita della produttività.

Per massimizzare questi effetti, le politiche salariali dovrebbero essere accompagnate da investimenti pubblici strategici in infrastrutture, sanità, istruzione e ricerca, creando un ciclo virtuoso tra consumi, occupazione e crescita economica. In definitiva, il CCNL delle Funzioni Centrali , nella sua configurazione attuale, non è sufficiente per affrontare i problemi strutturali dell’economia italiana. Una sua riforma ispirata ai principi keynesiani trasformerebbe il settore pubblico in un motore di crescita, capace di sostenere redditi e consumi e di avviare un processo di sviluppo economico sostenibile. Nel mondo che vogliamo ci sono più investimenti pubblici, più salari e meno condoni per evasori."

Grazie Maurizio

 

Roma, 12 dicembre 2024                          Il Coordinamento Nazionale UILPA INPS