Il picco dei contagi così come l’andamento crescente del numero di ricoveri e di decessi di questi giorni sta mostrando come l’aggressività del COVID-19 sia ben lontana dall’affievolirsi. Gli ospedali con reparti COVID sono in affanno. Le regioni più in crisi sono la Lombardia, il Lazio, la Campania, il Piemonte ed il Veneto ma nessuna regione è esclusa dal contagio.
La capacità di evidenziare e circoscrivere i focolai (attualmente oltre 4000 in tutta Italia) è sicuramente importante ma il distanziamento sociale resta, al momento, l’unico mezzo per evitare il contagio. E lo stillicidio di casi che emergono anche tra i colleghi stanno portando in affanno le nostre strutture e la direzione centrale BOSL nonostante l’impegno evidentemente profuso nelle 24 ore.
Il direttore generale, nell’ultima riunione con le organizzazioni sindacali, ha manifestato la disponibilità all’aumento delle quote disponibili di lavoro agile secondo criteri generali che non si potevano non condividere. Ora è il momento di declinarli concretamente ponendo l’attenzione al bene di tutti.
Il DPCM di ieri, pur non fissando per la PA quote specifiche, ha imposto, all’art.3 c.3, di favorire il lavoro agile eliminando il limite superiore del 50%.
A questo punto, è necessario e urgente rivedere la modalità delle prestazioni di lavoro in modo da esporre il minor numero possibile di lavoratori al rischio. Altrimenti, la responsabilità di aver potenzialmente omesso di fare qualsiasi azione fosse possibile ricadrà su tutti i datori di lavoro per la sicurezza.
Noi abbiamo proposto un patto per il lavoro agile che, in modo responsabile, contemperi l’esigenza di non fermare l’Istituto ma che limiti in ogni modo i rischi per i lavoratori e per noi questa è la priorità.
Struttura di Coordinamento |
IL COORDINATORE GENERALE |
Tutela salute, sicurezza e ambiente |
UILPA-INPS |
UILPA-INPS |
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Claudio Checcherini |
Sergio Cervo |