Carissimo Presidente,
sin dal suo insediamento al vertice del nostro Istituto abbiamo notato che qualcosa di nuovo stava accadendo. Il suo concreto interessamento, per troppi anni purtroppo assente, oltre che per le attività istituzionali vecchie e nuove, per i dipendenti di questo ente ha fatto nascere nuove speranze e innanzitutto quella di poter rivivere una amministrazione piena di iniziative e di rinnovato fermento, una amministrazione proiettata verso le nuove difficili sfide che ci attendono per il prossimo futuro. Abbiamo avuto l’impressione di tornare un po’ indietro nel tempo, agli anni del Professor Billia.
Anche quando, nel suo tour per le sedi, ha fatto tappa nella nostra regione, l’Emilia Romagna, negli incontri avuti con il personale e con le rappresentanze sindacali, l’impressione che finalmente un vero e profondo cambiamento stava per investire l’istituto l’abbiamo sinceramente avuta.
Non sono certo le nuove e difficili sfide che spaventano il personale, anzi…
Ma purtroppo non possiamo non evidenziare come di recente, in occasione della discussione relativa alle progressioni verticali, Lei ci abbia deluso usando parole diverse rispetto a quelle che abbiamo udito nel corso delle sue visite ai territori.
Ci riferiamo, ovviamente, all’annosa vicenda relativa alle progressioni di carriera verso l’area C dei circa 6000 colleghi allocati ad oggi nell'area A e B a livello nazionale, di cui circa 400 nella sola Emilia Romagna.
Con profondo rammarico nell'ultimo incontro tenutosi mercoledì 31 luglio u.s. sull'argomento tra le OO.SS. e i vertici dell'Amministrazione da Lei rappresentata, abbiamo riscontrato una rigida presa di posizione da parte Sua relativamente alla disponibilità di predisporre un data base contenente i quiz che trattano argomenti sulla prova d'esame da sostenere e da somministrare ai candidati alcune settimane prima della prova.
Questo avviene ormai sempre, anche nei concorsi pubblici.
Intervenendo invece Lei ha affermato di voler mettere a disposizione dei partecipanti dispense relative alle sole materie istituzionali, precisando che per le altre materie di esame, i colleghi avrebbero potuto avvalersi dei testi universitari.
Presidente, crede davvero possibile che colleghi non più giovanissimi, dei quali molti con più di 30 anni di anzianità, possano avere tempo ed energia per rimettersi a studiare come studentelli universitari.
Davvero crede che questi colleghi che da tanti anni e con fin troppa abnegazione hanno consentito ad intere sedi di poter funzionare, di poter dare risposte ad un’utenza sempre più aggressiva e numerosa, possano subire l’umiliazione di rimettersi a studiare come giovani studentelli?
Chieda, Presidente, chi sta formando i colleghi neo assunti nelle sedi cui sono stati destinati.
Chieda, Presidente, chieda ai dirigenti che hanno tentato in tante sedi di utilizzare, anche sottobanco, questi colleghi di area A e B per la formazione d'aula.
Caro Presidente chi scrive, e che rappresenta il sindacato UILPA INPS in Emilia Romagna, è un funzionario di vigilanza del suo istituto. Un funzionario che quando controlla un’azienda e trova lavoratori che 2
svolgono mansioni superiori rispetto al loro inquadramento contrattuale obbliga il datore di lavoro, anche sanzionandolo pesantemente, a correggere l’inquadramento del lavoratore stesso.
Non è accettabile predicare bene ma razzolare male.
Questi colleghi quotidianamente si impegnano da anni, svolgendo mansioni dell’area C, garantendo il normale iter dei servizi e delle prestazioni erogate dall'Istituto.
Non è normale e neppure onesto che l’Inps, che per anni ha utilizzato per necessità questi colleghi in mansioni superiori, si comporti ora come se il problema non esistesse; proprio ora che ha la possibilità di iniziare un comune e condiviso percorso per risolvere tutta la problematica degli A e dei B.
Perché una presa di posizione così netta e rigida sulle selezioni?
Questa selezione che con tutti i suoi limiti potrebbe risolvere solo una minima parte di una antica, articolata e complessa vicenda legata al mansionismo, che riguarda circa 6000 unità, il 25% dell’intero organico attuale.
Presidente, tale problema va risolta nella sua interezza, partendo dalle selezioni per poi rappresentare con fermezza ai diversi organi Istituzionali, politici e amministrativi la difficile realtà dell’Istituto, al fine di individuare nel più breve tempo possibile una positiva soluzione anche per i 5000 colleghi di area A e B, non in possesso del titolo di studio (Laurea), attraverso il superamento dell’attuale sbarramento.
Per tutte queste motivazioni, unitamente a quelle che la nostra delegazione nazionale Le ha già esposto al tavolo di confronto, La invitiamo unitamente agli altri Vertici dell’Istituto a voler rivedere la Sua posizione sull’argomento (data base).
Non è un capriccio e nemmeno una questione di principio, ma soltanto una questione di equità e di giustizia nei confronti dei tanti lavoratori di area A e B.
A Lei che ci è sembrato finora animato delle migliori intenzioni, chiediamo uno scatto in avanti, un piccolo scatto in avanti ma molto molto concreto.
Vogliamo credere che quanto abbiamo ascoltato nell’incontro del 31 luglio, giornata di caldo torrido, sia stato un refuso dovuto all’alta temperatura e non una sua convinzione personale.
E ai refusi si può porre ancora rimedio.
Bologna 05/08/2019
UILPA INPS EMILIA ROMAGNA
Il Segretario
Angelo Alboino