Per la nona settimana consecutiva il COVID-19 continua la sua lenta ma costante crescita. Rispetto al lock-down, i focolai sono ampiamente distribuiti sul territorio nazionale e, sebbene la crescita non sia esplosiva, gli ospedali cominciano a riscontrare le prime difficoltà, come testimoniano i casi di decesso avvenuto in attesa di posti disponibili nelle rianimazioni di prossimità.

A prescindere dalle nostre ormai note posizioni rispetto al protocollo della salute e sicurezza del 3 giugno scorso che non siglammo pur avendo contribuito alla redazione perché ci sembrava troppo blando, ci duole dover dire che avevamo ragione. Quando chiedevamo un sistema di gestione della salute e della sicurezza standard secondo la legge, lo facevamo perché non volevamo l’approssimazione che sta caratterizzando molte sedi, lo scarico di responsabilità e pari diritto alla salute per tutti i dipendenti dell’Istituto dalla sede più grande a quella più piccola.

La difficoltà di gestire la situazione di rischio da contagio per tutti i colleghi è stata aggravata dall’esigenza di rispondere alle polemiche sterili lanciate, spesso per natura politica, contro l’Istituto attuata ordinando un disordinato rientro in sede. Se, come si dice, fa più notizia il cane morso dal padrone anziché il contrario, hanno fatto scalpore qualche decina di migliaia di prestazioni non pagate e non milioni di prestazioni pagate, qualche volta anche troppo frettolosamente, per rispondere al bisogno degli Italiani. Ma se l’accusa è stata bieca, la risposta non lo è stata di meno.

Che ci sia un ritorno indiscriminato e spesso disordinato è testimoniato dai messaggi Hermes (ed il n.3489 è un esempio) che sono costretti a rinnovare le raccomandazioni del datore di lavoro per i dipendenti. E se non fosse che il rischio del contagio espone la propria e l’altrui vita, verrebbe quasi da sorridere.

La nostra posizione sull’argomento amplifica lo spirito del D.L.81/08 per il quale ciascun lavoratore deve prendersi cura primariamente della propria salute e sicurezza al lavoro a prescindere dalle raccomandazioni dei datori di lavoro e, nella fattispecie, suggerisce di usare i DPI e praticare il distanziamento sociale.

Lo spirito diffuso con il quale i colleghi stanno vivendo il contrasto tra dirigenti che li richiamano in sede e disposizioni datoriali sul distanziamento sociale possono essere efficacemente sintetizzati da questa lettera che riceviamo e volentieri pubblichiamo:

“vista la pubblicazione del messaggio 3489, riguardante in particolare la Direzione Centrale, ma presumibilmente riferibile anche alle Sedi territoriali, dove non sono immaginabili situazioni dissimili, perché aver preteso il RIENTRO IN PRESENZA così MASSICCIO DEL PERSONALE, se questo deve rimanere recluso nella propria stanza e comunicare addirittura con i colleghi con gli STESSI STRUMENTI CHE AVREBBE UTILIZZATO CON IL LAVORO A DISTANZA? 

L' esperienza personale dei miei primi giorni di rientro in presenza è esattamente questa: CHIUSO IN UNA STANZA A FARE ESATTAMENTE LE STESSE COSE CHE FACEVO E FACCIO DA CASA IN LAVORO AGILE.

Differenze? Sì, queste: al mattino devo alzarmi prima per essere in Ufficio in orario idoneo a TROVARE PARCHEGGIO PER L' AUTO, utilizzo mezzi propri per evitare quelli pubblici (sia per il tempo, sia per evitare contatti), CONSUMO CARBURANTE e produco INQUINAMENTO. Quando torno a casa ho "buttato via" un'ora e mezza del mio tempo per gli spostamenti, mi sento più stanco e NON riesco a fare più nulla....

Ha senso tutto ciò?”

Siamo convinti che il rientro in presenza abbia anche parzialmente ridotto la produttività individuale, le rilevazioni potranno smentirci. Per questo abbiamo chiesto la convocazione urgente dell’Organismo Paritetico per l’Innovazione anche al fine di una mappatura efficace delle operazioni delocalizzabili per disegnare insieme l’INPS del futuro.

Il personale, a dispetto delle convinzioni esterne e dell’età, è pronto. E il management del nostro Istituto?

 

Struttura di Coordinamento

IL COORDINATORE GENERALE

Tutela salute, sicurezza e ambiente

UILPA-INPS

UILPA-INPS

 

Claudio Checcherini

Sergio Cervo