Un articolo pubblicato da un giornale non certo vicino ai sindacati quale è Italia Oggi, presente oggi in media news INPS, fa sapere – sia pure criticando - che la segreteria generale della Corte dei Conti (ossia la direzione amministrativa) di essa ha rivolto all’ARAN una richiesta di parere (di cui riporta anche gli estremi, Prot. 2179 del 5 marzo 2018) volta a conoscere la correttezza del proprio orientamento volto a retribuire comunque l’assenza effettuata dai propri dipendenti lo scorso 26 febbraio (giorno della nevicata che ha paralizzato Roma) considerando che, date le circostanze “ la mancata resa della prestazione lavorativa non dovrebbe incidere sulla sfera giuridica dei lavoratori, ma va piuttosto considerata come imputabile al rischio di impresa dell’amministrazione pubblica, prendendo atto che l’evento atmosferico crea un danno erariale non imputabile al lavoratore” e quindi “ non si dovrebbe disporre d’ufficio una riduzione delle ore di permesso personale dei dipendenti e delle loro ferie, ma piuttosto, per ragioni di equità, si dovrebbe concedere un giorno di riposo compensativo ai dipendenti che hanno comunque raggiunto l’ufficio”

Dunque l’organo chiamato dalla Costituzione a prevenire e punire i danni alle casse dello Stato mostra di avere un approccio più attento alle problematiche dei propri dipendenti dell’INPS, in quanto NON SOLO non intende togliere d’ufficio un giorno di ferie ai propri dipendenti assenti per forza maggiore, ma anzi si pone il problema di compensare i dipendenti comunque presenti.

La UIL chiede dunque all’amministrazione di non trattare i propri dipendenti peggio di come fa l’organo chiamato a decidere sui danni erariali, sospendendo la propria decisione di considerare d’ufficio come giorno di ferie il 26 febbraio e concedendo un giorno di riposo compensativo ai dipendenti comunque presenti, nel caso in cui l’ARAN condividesse l’orientamento del Segretariato generale della Corte dei Conti.

Tutti i dipendenti della PA sono uguali