Il nuovo DPCM che interessa il rientro del personale della PA prevede, all’articolo 1, che a partire dal 15 ottobre p.v. la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nella PA sarà quella in presenza e non più quella in modalità agile, lo smart working.
Naturalmente la portata della suddetta disposizione non può essere interpretata, nel breve termine, in un azzardato rientro totale, perché in ogni caso vige lo stato d’emergenza fino al 31 dicembre 2021, e dovranno essere mantenuti i distanziamenti previsti in tutti i locali delle varie sedi dell’Istituto, dalle stanze, agli spazi comuni, agli ascensori, etc.
Teniamo a rimarcare altresì che la portata del citato articolo 1, del DPCM in questione, già trova la sua corretta

Si avvicina il decreto voluto dal Ministro Brunetta che obbligherà al green pass tutti i dipendenti pubblici in vista di un imminente ritorno in massa del personale in presenza. Purtroppo, questo costituirà una sorta di vaccinazione “spintanea” obbligando, di fatto, a vaccinarsi ritardatari e quanti nutrano dubbi o paure sugli effetti collaterali più gravi del vaccino, per tacere dell’elenco delle situazioni non gestite dal green pass che lascerebbero alcuni nel limbo in corrispondenza di particolari situazioni.

Per questo, da questa sigla sindacale e da molte parti del mondo scientifico, è partito l’appello a non considerare, contrariamente a quanto sta accadendo anche a causa di improvvide dichiarazioni, il green pass come

Il piano nazionale pandemico da malattie influenzali 2021-2023, sancito nell’accordo della conferenza Stato-Regioni, nel quadro generale del Piano nazionale della Prevenzione 2020-2025 e dei Piani Regionali della prevenzione, ha colmato il vuoto programmatico e gestionale che tante vittime avrebbe potuto evitare nel corso della pandemia da Covid-19.

grafico covidIn particolare, tra le azioni centrali previste, i Piani di Prevenzione individuano gli ambienti di lavoro come luoghi da preservare attraverso un’attenta politica di promozione della salute collettiva impegnando attivamente datori di lavoro e lavoratori a politiche di coinvolgimento per l’adozione di buone pratiche a tutela della salute.

L’evoluzione degli ultimi 20 mesi ha mostrato come la

Se nello scorso mese di luglio, alla presentazione del XX Rapporto Annuale INPS , il Presidente, tra i vai argomenti affrontatati, ha disquisito sul ruolo dell’Istituto sia nel contesto della pandemia sia nel futuro sistema di protezione sociale verso la famiglia ed i soggetti deboli, oggi, con l’avvicinarsi del termine delle ferie estive, qualche zelante dirigente sul territorio, magari  solerte a dimostrare, non si sa bene a chi, di essere “più realista del re”, sta cominciando a disporre il rientro in massa del personale in presenza fisica a fronte di un Istituto che, lo ricordiamo a qualche smemorato, non ha mai chiuso, avvalendosi di tutti gli strumenti offerti dalla tecnologia, gli sportelli al pubblico anche nel pieno della

La figura dell’infermiere all’INPS è indispensabile non solo nella pandemia ma anche nei periodi ordinari per fronteggiare l’enorme carico di lavoro derivante dalle visite mediche, ma dopo le pacche sulle spalle, come avvenuto anche per altre categorie di lavoratori, puntualmente è stata dimenticata al momento del riconoscimento.

Gli infermieri sono stati usati al bisogno come personale sanitario e come amministrativo: buoni per valutare i bisogni assistenziali, fare triage, ma altrettanto

Sul tema del regime tributario (tassazione corrente/tassazione separata) da applicare agli emolumenti arretrati corrisposti per prestazioni di lavoro dipendente, imputabili ad annualità pregresse ed erogati dall’Amministrazione in annualità successive, ci riferiamo in primis alle competenze economiche erogate a titolo di salario accessorio, siamo già intervenuti più volte, singolarmente ed unitariamente, con largo anticipo negli anni precedenti (i nostri primi comunicati risalgono al 2019)