Eravamo e siamo in attesa di una nuova convocazione dall’amministrazione per discutere delle azioni da intraprendere per contenere la diffusione del COVID-19 e che sarebbe dovuta avvenire immediatamente a ridosso del DPCM del 13/12/2020 sulla base di numerose aperture da parte della direttrice generale all’aumento delle quote di lavoro agile.

Nel frattempo, la situazione è dichiarata preoccupante dal Presidente del Consiglio dei ministri, dal Ministro della Salute, dagli scienziati e dagli esperti della materia e gli ospedali stanno tornando in affanno, gli studenti e le famiglie stanno chiedendo di tornare alla didattica a distanza ed i mezzi pubblici sono saturi impedendo il distanziamento sociale che, a prescindere da sanificazioni dall’esito o dall’esecuzione incerta e da mascherine spesso indossate con superficialità, sembrerebbe l’unica via certa per ridurre il contagio.

Se anche il solo andamento dei contagi preoccupa nei numeri assoluti, per una conoscenza più approfondita del fenomeno, abbiamo verificato, dai dati dell’Istituto Superiore di Sanità riguardo i pazienti con sintomi che vengono ricoverati, che il tasso di letalità in Italia è del 9,2% per gli ultrasessantenni (fascia d’età 60-70 anni) e del 2,3% per gli ultracinquantenni (fascia d’età 50-60 anni). Attualmente, utilizzando una lieve approssimazione per difetto, in Istituto sono in servizio 6351 ultrasessantenni e 12820 ultracinquantenni ai quali suggeriamo (così come a tutti i colleghi), oltre agli scongiuri più opportuni, di dotarsi dei DPI messi a disposizione, adoperarli correttamente, pretendere le adeguate sanificazioni e installare l’applicazione IMMUNI sul proprio smartphone.

Riteniamo che sia necessario rivedere con la massima urgenza la quota di lavoratori agili riducendo le attività ed i tempi delle presenze fisiche in sede tenendo anche conto oltre che dei possibili contagi sul posto di lavoro dei quali un non adeguato affollamento è responsabile anche penalmente il datore di lavoro, dell’impatto indiretto sul congestionamento dei mezzi pubblici e delle strade, tanto più che il DPCM all’art3.c3 rimuove alle amministrazioni pubbliche il limite superiore del 50% al lavoro agile.

Nel contempo, sebbene da qualche mese sia nota la lista dei lavoratori “birichini” che hanno omesso di collegarsi in modo tracciabile, oggi si dà conoscenza pubblica del fatto. Perché questa bomba ad orologeria?

Per non concedere ai lavoratori la modalità agile? O perché la notizia sia usata strumentalmente per un nuovo attacco al nostro Istituto, al nostro Presidente o ai suoi rappresentanti? Per alimentare un braccio di ferro tra correnti politiche?  A chi giova tutto questo?

Per restare ai i nostri lavoratori, siamo convinti che ogni caso vada valutato singolarmente perché, ad esempio, molti colleghi sprovvisti di mezzi propri sono stati collocati in formazione (cfr. Hermes 1170), perché qualche sistema (VDI per citarne uno, cfr. Hermes 1035), soprattutto nelle fasi iniziali del lock-down, era in affanno e non consentiva l’accesso per ore costringendo a levatacce o a maratone notturne, perché alcuni colleghi erano al telefono con i colleghi neoassunti per una formazione on the job, perché c’erano malfunzionamenti delle applicazioni intranet.

La UIL non è a favore dei lavativi e non può consentire che si faccia di tutta l’erba un fascio! Né permettere che l’amministrazione faccia trapelare le informazioni senza un confronto schietto e leale anzi comportandosi come novello Mao Tse-Tung al rovescio: punire tutti per educarne alcuni.

Da mesi chiediamo si riunisca l’osservatorio sulla produttività; che si convochi in fretta e, siamo convinti, non si potrà smentire il dato riportato dal nostro Presidente in audizione parlamentare dell’altissimo incremento medio della produttività.

Noi ci siamo! L’amministrazione?

P.S.: a proposito di attività indifferibili, la riunione del C.d.A. di ieri non ha deliberato in merito al concorso da 1865 funzionari rinviandola ad un prossimo incontro.

Struttura di Coordinamento

IL COORDINATORE GENERALE

Tutela salute, sicurezza e ambiente

UILPA-INPS

UILPA-INPS

 

Claudio Checcherini

Sergio Cervo